MY STORY

Mi chiamo Linda e ho 33 anni. I videogiochi hanno sempre avuto un ruolo speciale nella mia vita, un filo sottile che lega il passato al presente, intrecciato con emozioni, ricordi e sogni. Da bambina, i pomeriggi con mio padre erano un piccolo rituale fatto di joystick e schermi luminosi. Era un mondo tutto nostro, un luogo dove il tempo sembrava fermarsi e ogni partita si trasformava in un'avventura indimenticabile.

Ma poi, a soli 15 anni, il mondo che conoscevo è crollato. La morte di mio padre è stata un colpo devastante, uno di quelli che ti lascia senza fiato e ti costringe a crescere troppo in fretta. I videogiochi, che fino a quel momento erano stati un semplice passatempo, sono diventati il mio rifugio, il luogo dove potevo sentirmi al sicuro. Eppure, quel rifugio a volte si trasformava in una gabbia dorata, un luogo dove il tempo si fermava, ma anche dove il dolore non svaniva mai.

Gli anni sono passati, e tra alti e bassi ho imparato ad affrontare quel dolore che mi sembrava insormontabile. Crescendo, i videogiochi hanno cambiato significato: non erano più solo un rifugio, ma una finestra su infiniti mondi, una fonte inesauribile di ispirazione e un modo per raccontare emozioni che le parole spesso non bastano a descrivere.

A 30 anni, però, la vita mi ha messa di fronte a una nuova perdita: quella di mia madre. È stato un momento in cui tutto si è fermato di nuovo, come se fossi tornata indietro nel tempo. Ma questa volta, invece di chiudermi, ho deciso di reagire. Mi sono guardata dentro e ho capito che non volevo più vivere intrappolata nei ricordi e nelle paure. Ho scelto di dare un senso a ciò che amavo di più: creare storie. Così, ho intrapreso un nuovo cammino, dedicandomi agli studi di Game Design e Narrative Design, determinata a trasformare la mia passione in qualcosa di concreto.

Oggi lavoro a due progetti videoludici, con un obiettivo chiaro: creare giochi che siano molto più di un passatempo, che raccontino storie capaci di emozionare, ispirare e far riflettere. Ogni pixel, ogni linea di codice e ogni dialogo nei miei giochi porta con sé un pezzo di ciò che sono, di ciò che ho vissuto e delle persone che ho amato.

Questa è la mia storia, una storia di perdita, resilienza e rinascita. È il primo capitolo di un viaggio che spero possa ispirare chiunque abbia trovato nei videogiochi un rifugio, una passione o, come nel mio caso, un sogno da realizzare.